Sappiamo che la musica che ascoltiamo è percorsa da una gamma di frequenze che ogni altoparlante può riprodurre più o meno bene a seconda della sua qualità. Sappiamo anche, che ogni altoparlante professionale è studiato per produrre solamente una parte della gamma di frequenze audio. Per adattare ad ogni altoparlante la sua giusta frequenza bisogna interporre un filtro, che sia passivo o attivo, senza il filtro crossover i vostri altoparlanti non avranno vita lunga.
Se avete una cassa acustica a due vie (Woofer + Tweeter) il filtro sarà a due vie, esso avrà il compito di mandare al woofer le frequenze adatte che normalmente sono da 60 Hz a 250 Hz, e le frequenze per il tweeter che in questo caso sarebbero dai 260 Hz a 16000 Hz, questi sono solo esempi, bisogna leggere le caratteristiche di ogni altoparlante, anche perché su una cassa a due vie uno dei due altoparlanti deve avere un range di frequenza leggermente più generoso, rispetto ad una cassa a tre vie. Normalmente si usa una medio basso e tweeter, o potrebbe anche essere un basso e un medio alto, in questo caso uno dei due altoparlanti deve coprire anche il range di frequenze intermedie, dove si ascolta anche la voce.
I filtri crossover possono essere attivi o passivi, la differenza tra loro è evidente, un filtro passivo e composto solitamente da componenti non alimentati, condensatori, resistenze, a volte lampadine, induttanze o trasformatori audio, e viene applicato di norma dallo stesso costruttore all’interno della cassa acustica, esso lavora con segnali audio già amplificati prima che il segnale arrivi direttamente al diffusore acustico. Mentre un filtro attivo è applicato al segnale pre-amplificato (segnali a basso livello), cioè, prima che entri in un amplificatore.
Conclusioni: Un filtro attivo ha un costo maggiore, ma una qualità migliore, senza contare la possibilità di variare le frequenze adattandole all’ambiente circostante che influenza il suono finale ascoltato dalle nostre orecchie