Il forno a microonde fu inventato per caso nel 1945 da un dipendente della Raytheon Company, azienda statunitense del settore della difesa che realizzava magnetron per apparati radar. Percy Spencer, si accorse che una barretta di cioccolata che teneva nelle vicinanze dove lavorava, si era completamente sciolta, capì subito cosa era successo. Nel 1946 la Raytheon brevettò il processo di cottura a microonde e nel 1947 realizzò il primo apparato destinato alla commercializzazione, chiamato Radarange. Era alto 1,8 m, pesava 340 Kg, aveva un sistema di raffreddamento ad acqua e produceva microonde con una potenza di 3 Kw, che è da 2 a 4 volte la potenza dei forni domestici attuali.
In Italia, nel 1984, la Candy progettò il primo microonde Italiano, ma il boom a larga diffusione, si ebbe solamente a partire dagli anni 2000.
Le microonde, come funziona
Il forno a microonde sfrutta la tecnologia delle microonde, che sono radiazioni nel campo dello spettro elettromagnetico, (tra 300 MHz e 300 GHz). Le radiazioni elettromagnetiche interferiscono con l’acqua e i grassi contenuti nel cibo, questo meccanismo fa vibrare le molecole contenute nel cibo, le stesse si scontrano e causano attrito tra di loro, in fisica, questo movimento velocissimo delle molecole si trasforma in calore, e fa alzare la temperatura che fa cuocere il cibo. Il cibo in realtà non viene cotto dalle stesse microonde, ma dal calore che le molecole producono quando sollecitate, come in questa circostanza.
Le radiazioni ionizzanti
Bisogna fare chiarezza sulle radiazioni ionizzanti, il forno a microonde non ha radiazioni ionizzanti, questo tipo di radiazione si ha solamente superando i 300Ghz, solo superando questa soglia le radiazioni possono interferire con il nostro DNA, e comunque, devono avere anche una forte energia. Un buon forno a microonde è ben isolato e non fa uscire radiazioni quando è in uso, inoltre le microonde che produce non sono abbastanza forti da far scindere un elettrone dal suo legame nel DNA. Il cibo cotto al microonde non è radioattivo.
I rischi
Non ci sono rischi se il microonde è in buone condizioni.
Il microonde non presenta rischi a livello oncologico.
I cibi cotti al microonde non presentano grandi differenze da quelli cotti in modo tradizionale, anzi, se prendiamo le verdure, cotte al microonde presentano più nutrienti che se cotte in modo tradizionale bollite, questo perché al microonde cuociono più in fretta è senza l’acqua.
Conclusioni: Un rischio potrebbe esistere, anche se raro, quello microbiologico, se un cibo è contaminato da microbi o tossine, è possibile che cotto o riscaldato al microonde la contaminazione rimanga, questo perché la temperatura raggiunta è minore di quella che si ha se cotto in modo tradizionale, da ricordare che le microonde non hanno nessun effetto diretto sui batteri. Per questa ragione si consiglia di utilizzarlo solo per cibi freschi o conservati correttamente, per un tempo limitato in frigorifero, e di pulire il forno stesso di frequente. Non scaldate biberon e tettarelle al microonde.