L’Aviaria, aggiornamenti sul l’andamento del virus

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L’influenza aviaria, causata principalmente dal virus H5N1, continua a rappresentare una preoccupazione a livello globale. Negli ultimi anni, si è osservata una diffusione significativa tra gli uccelli selvatici e il pollame domestico, con focolai registrati in diverse parti del mondo. In particolare, negli Stati Uniti, il virus ha compiuto un salto di specie infettando bovini da latte, un evento inaspettato che ha destato l’attenzione della comunità scientifica. Questo fenomeno ha portato anche a casi di infezione umana, generalmente con sintomi lievi come congiuntivite o disturbi respiratori superiori. Tuttavia, è stato segnalato un decesso in Louisiana all’inizio di gennaio 2025.

In Italia, la situazione è monitorata attentamente. Sebbene non siano stati rilevati casi di infezione nei bovini, si sono verificati focolai tra gli uccelli selvatici e negli allevamenti avicoli, in particolare nelle regioni settentrionali come Lombardia e Veneto. Le autorità sanitarie italiane hanno implementato misure di sorveglianza rigorose per prevenire la diffusione del virus e proteggere sia la salute animale che quella umana.

Attualmente, il rischio di trasmissione all’uomo è considerato basso e, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, non sono stati riportati casi umani nell’Unione Europea. Tuttavia, la situazione è in continua evoluzione, e gli esperti sottolineano l’importanza di mantenere alta la vigilanza, soprattutto per prevenire eventuali mutazioni del virus che potrebbero facilitarne la trasmissione interumana.

In sintesi, sebbene l’influenza aviaria non sia al centro dell’attenzione mediatica, rimane una minaccia significativa per la salute pubblica e animale. Le autorità sanitarie e la comunità scientifica continuano a monitorare la situazione da vicino per prevenire potenziali rischi associati a questo virus.

Recentemente, sono emersi casi in cui il virus dell’influenza aviaria H5N1 è stato rilevato in alimenti crudi per animali domestici, in particolare negli Stati Uniti. In California, diversi gatti, sia domestici che randagi, sono deceduti dopo aver consumato latte crudo o cibo crudo per animali contaminati dal virus.

Le autorità sanitarie hanno quindi avvertito di non somministrare ai propri animali domestici carne avicola cruda o latte non pastorizzato.

Per quanto riguarda i cani, al momento sembrano essere meno suscettibili al virus rispetto ai gatti e, se infettati, manifestano sintomi più lievi.

Tuttavia, è comunque consigliabile evitare di somministrare loro alimenti crudi potenzialmente contaminati.

In Italia, secondo le informazioni disponibili, non sono stati segnalati casi di infezione da H5N1 in animali domestici. Le autorità sanitarie italiane monitorano attentamente la situazione e forniscono linee guida per prevenire la diffusione del virus. È importante seguire le raccomandazioni ufficiali e adottare misure precauzionali, come evitare il contatto diretto tra animali domestici e uccelli selvatici e non somministrare alimenti crudi di origine avicola.

Gli animali che possono essere portatori di Aviaria

Il virus dell’influenza aviaria, in particolare il ceppo H5N1, ha un ampio spettro di ospiti e può infettare:

Uccelli selvatici e domestici – Sono i principali vettori del virus. Gli uccelli infetti possono diffonderlo attraverso saliva, secrezioni respiratorie e feci. I sintomi includono letargia, gonfiore della testa, difficoltà respiratorie, perdita di appetito e una drastica riduzione della produzione di uova.

Mammiferi – Negli ultimi anni, il virus è stato rilevato in diverse specie di mammiferi, tra cui:

  • Gatti (soprattutto dopo aver ingerito carne cruda contaminata): sintomi come febbre, difficoltà respiratorie, convulsioni e, in alcuni casi, morte.
  • Cani (rari i casi gravi): possono sviluppare febbre, tosse, starnuti e sintomi gastrointestinali.
  • Bovini da latte (negli Stati Uniti è stato rilevato nel latte crudo): febbre, abbassamento della produzione di latte e infiammazioni.
  • Foche, lontre, volpi, orsi e leoni marini (infettati probabilmente attraverso il contatto con uccelli morti o ambienti contaminati): i sintomi possono includere problemi respiratori e neurologici.

Sebbene i cani siano meno vulnerabili al virus dell’influenza aviaria, è prudente evitare di offrire loro cibo crudo che potrebbe essere contaminato, al fine di garantire la loro sicurezza e salute.

Essere umano – Il rischio di infezione è basso ma possibile, soprattutto per chi lavora a contatto con uccelli infetti. I sintomi variano da lievi (congiuntivite, sintomi simil-influenzali) a gravi (polmonite, insufficienza respiratoria e, in rari casi, morte).

Primi casi di infezione su esseri umani

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Il virus H5N1 è particolarmente sorvegliato perché una sua mutazione potrebbe facilitarne la trasmissione tra esseri umani, aumentando il rischio di una futura pandemia.

negli Stati Uniti sono stati segnalati diversi casi di infezione umana da virus dell’influenza aviaria H5N1. Il primo caso umano grave è stato riportato in Louisiana nel dicembre 2024, riguardante un paziente di oltre 65 anni con patologie preesistenti, che aveva avuto contatti con uccelli malati o morti nel proprio allevamento domestico. Purtroppo, questo paziente è deceduto a gennaio 2025, rappresentando il primo decesso umano per H5N1 negli USA.

In precedenza, erano stati registrati casi umani con sintomi lievi, come congiuntivite o disturbi respiratori superiori. Ad esempio, un lavoratore caseario in Nevada è stato infettato da un nuovo ceppo di influenza aviaria, denominato D1.1, manifestando sintomi lievi come arrossamento e irritazione oculare, e successivamente è guarito.

In totale, dal 2024, gli Stati Uniti hanno riportato 66 casi confermati di infezione umana da H5N1. Nonostante questi eventi, le autorità sanitarie statunitensi ritengono che il rischio per la popolazione generale rimanga basso, poiché non vi sono evidenze di trasmissione da persona a persona.

È importante notare che, sebbene il virus H5N1 possa infettare gli esseri umani, tali casi sono rari e spesso associati a un contatto diretto con uccelli infetti o ambienti contaminati. Le autorità sanitarie continuano a monitorare attentamente la situazione per prevenire ulteriori infezioni e garantire la sicurezza pubblica.