Le feci umane sono spesso un argomento tabù, eppure possono fornire informazioni fondamentali sulla salute. La loro osservazione permette di individuare eventuali problemi digestivi, squilibri nutrizionali e persino segnali di patologie più gravi. Analizziamo i principali aspetti da considerare.
Curiosità storiche e culturali
Nell’antichità, la medicina ayurvedica e la medicina tradizionale cinese consideravano l’osservazione delle feci uno strumento diagnostico essenziale. Anche in epoca medievale, i medici europei analizzavano colore e odore per valutare le condizioni dei pazienti. Oggi, il trapianto fecale è un’innovativa terapia per ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale, dimostrando come le feci possano avere un impatto significativo sulla salute.
La scala di Bristol: tipologie
La scala di Bristol classifica le feci in sette categorie, utili per valutare la funzionalità intestinale:
- Dure e separate – Segnale di stitichezza.
- A forma di salsiccia ma grumose – Indicativo di lieve stipsi.
- A forma di salsiccia con crepe – Considerato normale.
- Liscia e morbida, a forma di salsiccia – Il tipo ideale.
- Pezzi morbidi con bordi definiti – Può indicare una leggera diarrea.
- Feci pastose e molli – Segnale di un transito intestinale accelerato.
- Completamente liquide – Indice di diarrea.

Colore delle feci e il loro significato
Il colore varia a seconda dell’alimentazione e dello stato di salute:
- Marrone – Normale, grazie alla bile.
- Verde – Può derivare da verdure a foglia verde o da un transito intestinale troppo rapido.
- Giallo – Possibile segnale di malassorbimento di grassi.
- Nero – Può essere dovuto a integratori di ferro o a sanguinamenti nel tratto digestivo superiore.
- Rosso o Rosso scuro – Può derivare da barbabietole, ma anche da sanguinamenti intestinali verso il tratto finale dell’intestino
- Bianco o grigio – Indice di problemi biliari o epatici.

Consistenza, forma e odore
La consistenza e la forma dipendono dalla quantità di acqua e fibre ingerite. Un’alimentazione ricca di fibre favorisce feci più voluminose e morbide, mentre una dieta povera di fibre può causare stitichezza. L’odore, invece, è influenzato dai batteri intestinali e da alcuni alimenti: carne rossa e cibi ultra-processati possono intensificarlo.
L’influenza dell’alimentazione
L’alimentazione gioca un ruolo chiave nella qualità delle feci:
- Dieta ricca di fibre (frutta, verdura, legumi, cereali integrali) → feci morbide e regolari.
- Eccesso di zuccheri e cibi industriali → feci più molli e odore più pungente.
- Dieta povera di grassi → feci meno lubrificate, rischio di stipsi.
- Eccesso di latticini → feci più molli o diarrea in caso di intolleranza.
Cambiamenti improvvisi e segnali d’allarme
Qualsiasi cambiamento persistente dovrebbe essere valutato da un medico. Segnali d’allarme includono:
- Presenza di sangue.
- Diarrea o stitichezza prolungate.
- Feci dall’odore particolarmente sgradevole e persistente.
- Perdita di peso inspiegabile.
Inoltre…..
Le feci che galleggiano possono essere dovute a un elevato contenuto di gas o a un malassorbimento dei nutrienti, in particolare dei grassi.
Questo fenomeno può essere associato a condizioni come la celiachia, la sindrome dell’intestino irritabile o altre malattie infiammatorie intestinali.
Tuttavia, se galleggianti sono un evento occasionale e non accompagnate da altri sintomi, spesso non rappresentano un motivo di preoccupazione.
Conclusione
Nonostante il tabù, osservare le proprie feci è un’abitudine utile per monitorare il proprio stato di salute. Se noti cambiamenti insoliti, è sempre consigliabile consultare un medico per approfondimenti. L’intestino è uno specchio del benessere generale, e le feci sono un indicatore prezioso da non sottovalutare.
Le informazioni riportate in questi articoli sono prettamente di natura illustrativa, e non consentono di acquisire l’esperienza indispensabile per il loro uso o pratica. Usare queste informazioni a scopo personale senza aver prima consultato uno specialista nel settore significa assumersi le proprie responsabilità.