Meglio in cella che a casa con moglie e suoceri
Lecce – «Aiutatemi, vi prego. Arrestatemi.»
Il comandante della stazione dei carabinieri di una cittadina pugliese
ha guardato stupito il giovanotto che aveva chiesto di parlargli.
Maresciallo, la mia vita con moglie e suoceri è un inferno.
Mi accusano di tutto, mi fanno scenate di gelosia.
Non ce la faccio più. Perché arrestarlo? L’unica cosa era cercare di calmarlo.
Ma quando il giovanotto ha perso la testa, cominciando a danneggiare mobili e scrivanie della caserma,
il maresciallo non ha avuto alternative: ha dovuto accontentarlo e l’ha messo in guardina.
Il pretore lo ha condannato a due mesi e mezzo di reclusione.
E lui finalmente ha trovato un po’ di pace in carcere.