La risonanza magnetica (RMN – Risonanza Magnetica Nucleare) è una strumentazione diagnostica medica che ci consente di controllare i tessuti molli e duri del nostro corpo, muscoli, tendini, ossa, ecc…
La leggenda metropolitana, “la risonanza magnetica aperta è di nuova generazione rispetto a quella chiusa“, una frase che si continua e continua a sentire, ma andiamo a vedere le vere differenze tra le due strumentazioni diagnostiche.
Sfatiamo il mito del vecchio e del nuovo, una pura leggenda metropolitana, le due strumentazioni presentano diverse differenze elettroniche e diagnostiche. La strumentazione aperta offre una tranquillità maggiore a livello psicologico, per tutte quelle persone che soffrono di paura ai spazi chiusi e piccoli, per chi soffre di una vera patologia claustrofobica, questo tipo di risonanza può fare la differenza a livello psicologico, ma la risonanza magnetica aperta rispetto a quella chiusa offre immagini meno nitide.
La RMN aperta ha il vantaggio di non dare limitazioni anche ai portatori di elementi metallici, come viti o placche chirurgiche, punti di sutura, clip, o protesi, che risulterebbero incompatibili con la RM chiusa, le componenti metalliche inserite nel nostro corpo potrebbero surriscaldarsi e spostarsi a causa del campo magnetico più potente. Per tutte e due i tipi, rimangono le controindicazioni per i portatori di pacemaker, ed entrambe, sono anche controindicate per le donne in gravidanza.
Per esami al cervello, al cuore, alla prostata è indispensabile la risonanza magnetica chiusa ad alto campo, intensità (da 0,5 a 3 Tesla), rispetto a quella aperta che può raggiungere intensità
(da 0,2 a 0,5 Tesla), questo tipo di radiazioni non risultano dannose, perché non sono radiazioni ionizzanti. La RMN può essere eseguita con metodi di contrasto, che ne elevano la precisione e la nitidezza delle immagini.
Conclusioni; è il medico a decidere se optare per la risonanza magnetica aperta o chiusa, dipende dal tipo di esame da fare e dalle condizioni psicologiche del paziente.